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Strava Jockey – È etico usare una mula Strava?

Pubblicato il 07 Luglio 2025

Nel mondo dello sport connesso, Strava è diventata molto più di una semplice app per tracciare le attività. È un vero e proprio social network dove ogni corsa o uscita in bici diventa un momento di condivisione… e a volte, un campo di competizione. Ma un nuovo fenomeno sta cambiando le regole: l’arrivo degli Strava Jockey, conosciuti anche come mule Strava.

Che cos'è uno Strava Jockey?

Uno Strava Jockey è un corridore o ciclista che compie un'attività al posto di un altro utente Strava. In cambio di un compenso, percorre un itinerario che il cliente desidera registrare sul proprio account. I motivi possono essere vari: mantenere una regolarità nelle statistiche, raggiungere obiettivi o semplicemente ricevere kudos senza dover mettersi le scarpe da corsa.

È etico? Il dibattito è aperto.

L'uso di una mula Strava solleva una vera domanda: è barare? È immorale?

✅ Argomenti a favore degli Strava Jockey

Un servizio come un altro Proprio come un ghostwriter o un giocatore professionista, lo Strava Jockey offre un servizio. Il cliente sa cosa sta pagando e l’atleta viene ricompensato per la prestazione. È un accordo tra adulti consenzienti.

Un modo per sostenere gli atleti Alcuni jockey sono corridori esperti, talvolta in difficoltà economiche. Questo servizio consente loro di monetizzare la propria passione e guadagnare correndo. Si tratta di un nuovo modello economico nello sport amatoriale.

Un aiuto per chi è infortunato o troppo impegnato Quando si ha una routine su Strava da mantenere ma il corpo non collabora (per infortuni, stanchezza o impegni familiari), una mula può essere una soluzione temporanea per restare attivi senza rischi.

Il boost sociale: i kudos Non sottovalutiamo l’impatto psicologico di ricevere kudos. Per molti utenti, è una parte fondamentale della motivazione quotidiana. Un piccolo aiuto da parte di una mula permette di rimanere visibili nel feed degli amici sportivi.

❌ Argomenti contro l’uso di una mula Strava

Una forma di inganno verso la community Strava si basa su trasparenza, performance e merito personale. Pubblicare un’attività non propria altera confronti, segmenti e sfide, e può demoralizzare gli altri.

Una perdita del senso dello sport Lo sport è prima di tutto superamento di sé. Delegare lo sforzo fisico va contro questa filosofia. Si rischia di perdere il valore dell’impegno e di passare da fare a semplicemente apparire.

Un impatto sulle classifiche Una mula veloce può battere record, ottenere titoli KOM/QOM o falsare le statistiche di gruppo. Questo danneggia l’equità tra gli utenti che si allenano duramente per migliorare in modo naturale.

Conclusione: uno strumento da usare con trasparenza

Usare uno Strava Jockey o una mula Strava non è né totalmente giusto né totalmente sbagliato. Dipende dal contesto e dall’intenzione. Se è per divertirsi, restare connessi o ricevere aiuto saltuariamente, può andare bene. Ma se l’obiettivo è ingannare gli amici, le classifiche o se stessi, si perde lo spirito autentico dello sport connesso. E tu? Cosa ne pensi dell’uso degli Strava Jockey? Etico o no?

Una passione che diventa vocazione

Per Jessica, questo nuovo lavoro è molto più di una semplice entrata extra. “Stare tutto il giorno alla cassa è dura. Correre, anche per gli altri, è una boccata d’aria. Sento che è la mia vocazione. Spero che questo mestiere cresca e di poterci vivere. Correre per gli altri mi dà una grande gioia.” E i suoi clienti sono entusiasti: “Grazie a Jessica ho battuto il mio record sui 10 km… senza uscire di casa!” scherza Jean-Marc, un dirigente super impegnato che non ha più tempo per correre.

Il futuro delle mule Strava?

Il fenomeno, nato nel sud-est asiatico (soprattutto in Indonesia nel 2024), inizia a prendere piede anche in Europa. Anche se solleva dubbi sull’etica sportiva, apre nuove prospettive per appassionati come Jessica, che mettono la propria resistenza al servizio degli altri. Una cosa è certa: gli Strava Jockey e le mule Strava faranno parlare di sé ancora a lungo. E mentre alcuni brillano online, altri – come Jessica – corrono nell’ombra… a tutta velocità.